Apologia della sobrietà


È finita, la stagione è finita.

Sono volati questi 6 mesi spinti dalla vanità di una possibile conquista, costruire qualcosa tutt’insieme.

Dare sicurezza attraverso presidi socio-culturali. Altro che ronde!

Siamo noi, siamo stati tutti noi, la gente, l’umanità, noi, voi, ad avere illuminato tutto questo buio. Ed è stato bellissimo.

Ma adesso ci rimane poco, qualche secondo, qualche attimo e ce ne andremo nel solito letargo forzato, che di certo non ci abbatte, ma ci fortifica per affrontare nuove avventure sempre più ambiziose e inclusive.

Sarà la primavera a risvegliarci come sempre. Pronti per riaprire quel cancello.

Anche se l’inverno è breve e volerà nell’attesa, questa volta vogliamo lasciarvi con una riflessione, la nostra personale paura, l’universale paura.

Non per la nostra cascina, ma per la Natura, che è ancor più nostra.

Perché temiamo che non si sia capito.

Moltissimi di noi non hanno ancora compreso la tenerezza e la fragilità della natura che stiamo sterminando.

Oppure forse stiamo facendo finta di non capire cosa vuol dire parlare a una sola voce con questo piccolo e sperduto pianeta.

Abbiamo dimenticato di portargli rispetto, e qual è il risultato? Una religione vergognosa ha preso piede tra di noi, la religione della felicità personale a tutti i costi, che porta ogni singolo uomo a bramare sempre di più e a travolgere nell’ira personale della conquista qualsiasi cosa.

Dopo tutta questa violenza e pazzia che ci ha sopraffatto, alcuni di noi però hanno compreso e accettato, e solo ora purtroppo, una cosa importante: o sei felice con poco, libero da tutti i bagagli, o non sei felice affatto.

No, no, non è una apologia della povertà, è una apologia della sobrietà, noi abbiamo inventato una montagna di bisogni superflui, per la paura di un vuoto che ci consuma.

È pietoso buttare la socialità, la vita, la libertà, per questo, fino ad arrivare a dar alle fiamme la casa di tutti.

LEI, la natura, è tanto che ci chiama. A gran voce. Quel grido che non volevamo sentire è dappertutto.

E ora nella luce accecante del nuovo orizzonte, finirà per cadere nel silenzio, davanti all’orrore della devastazione di questa bella casa, la nostra casa.

LEI ci accusa!

Una volta eravamo spaventati dal “Giudizio Universale alla fine dei tempi”. Invece oggi è proprio il torturato pianeta a predirci l’approssimarsi di quel giorno, senza alcun intervento Divino.

L’ultima rivelazione non giungerà da alcun Monte delle Beatitudini. Cosa credete?

Non lo sentite?

E’ assordante! E’ il grido silenzioso che proviene dalla Natura stessa, il grido che tenta di arginare i nostri poteri sul Mondo, ascoltatelo, vi prego, altrimenti moriremo tutti insieme a Lei, tramutata in terra desolata.

Lei, che un tempo era il nostro creato…

Ascoltiamola, aiutiamola…insieme.

E il profumo della prossima primavera non sarà più lo stesso.

E il profumo della prossima primavera non ci sarà più indifferente.

E il profumo della prossima primavera non lo dimenticheremo più, mai più!

E anche se ci sveglieremo solo allora dal letargo, noi lo sappiamo…

Il risveglio è appena cominciato!